
Giancarlo Loffarelli è drammaturgo, sceneggiatore e regista. Laureato in Filosofia presso l'Università "La Sapienza" di Roma e, sempre presso la stessa Università, in Lettere con tesi di laurea in Storia e critica del Cinema. E' direttore artistico dell'associazione culturale "Le colonne"...
Read moreBiography - Giancarlo Loffarelli
Giancarlo Loffarelli è drammaturgo, sceneggiatore e regista. Laureato in Filosofia presso l'Università "La Sapienza" di Roma e, sempre presso la stessa Università, in Lettere con tesi di laurea in Storia e critica del Cinema. E' direttore artistico dell'associazione culturale "Le colonne", attiva dal 1979 nel campo della ricerca teatrale e cinematografica. Con essa ha firmato numerose regie.
Docente di Storia, Filosofia e Storia delle Arti presso l’Isiss “Pacifici e De Magistris” di Sezze.
Svolge attività di docenza di recitazione, regia, storia del cinema e del teatro in diversi corsi di formazione per attori e per insegnanti delle scuole sull'uso didattico del teatro, nonché diversi laboratori teatrali, anche per detenuti e malati mentali.
È docente a contratto di Discipline dello spettacolo presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. E' stato allievo di Ugo Pirro per quanto riguarda l'attività di sceneggiatore e ha realizzato cortometraggi, anche come regista, da sue sceneggiature. Ha collaborato come critico teatrale e cinematografico alla rivista "Tempo presente".
Ha curato la traduzione in italiano di diverse opere quali: Mourning becomes Elettra di Eugene O'Neill, Our town di Thornton Wilder, Tailleur pour dames e Chat en poche di Georges Feydeau, Oedipus der Tyrann di Friedrich Holderlin. Ha scritto e diretto adattamenti da racconti e romanzi quali Quaderni di Serafino Gubbio operatore da Luigi Pirandello, Le notti bianche da Fedor M. Dostoevskij, Senilità da Italo Svevo, I delitti della rue Morgue da Edgar Allan Poe, Malombra da Antonio Fogazzaro.
Nel 1991, con il testo teatrale Commedia, dramma, quasi una tragedia vince il Premio di drammaturgia “Titta Zarra” (giuria presieduta da Gianni Borgna). Realizza il cortometraggio La panchina.
Sul n° 523 del giugno 1992 della rivista “Sipario” viene pubblicato il suo dramma Il silenzio e le voci.
Pubblica in volume la commedia Opera buffa (Latina, 1994) e la commedia La donna di Boemia (Latina, 1995). Realizza il cortometraggio La prima.
Nel giugno 1995 la sua commedia Meglio questa! è in scena al “Teatro dei Satiri” di Roma. Presso lo stesso teatro, nel giugno 1996, è in scena la sua commedia Un albergo molto strano. Realizza il cortometraggio L’angelo sigillato.
Nel marzo del 1999 vince il premio come “Miglior autore” alla Rassegna “Drammaturgia emergente” con la commedia I Lieder di Schumann (giuria presieduta da Aldo Nicolaj).
Nel mese di agosto 1999, per la stessa commedia, riceve il premio “Protagonisti del teatro” del “Festival del teatro italiano” (direzione artistica di Franco Portone e Renato Giordano). Realizza il cortometraggio Un paese.
Nel mese di ottobre 1999 la sua commedia Meglio questa! va in scena all’interno della manifestazione “Enzimi” organizzata dal Comune di Roma; il testo viene anche tradotto in lingua russa e inserito all’interno di un testo contenente opere di sei autori italiani, pubblicato a Mosca nel 2010 al fine di far conoscere le tendenze della nuova drammaturgia italiana.
Nel mese di settembre 2000, la sua commedia Radio Zero va in scena all’interno della manifestazione “Enzimi” in forma di mises en espace.
Nel dicembre 2000 riceve il secondo premio al Premio “Vallecorsi” di Pistoia con la commedia Una storia da lontano. Realizza lo spot pubblicitario per l’azienda “Cofax”.
Nel maggio del 2001 riceve, per la commedia I Lieder di Schumann, una Menzione speciale a “Napoli drammaturgia in Festival” (giuria presieduta da Manlio Santanelli). La stessa commedia vincerà, nel 2006, il Premio “Forio d’Ischia” per la migliore messinscena (giuria presieduta ancora da Manlio Santanelli).
Nel novembre 2002, il suo testo Un altro uomo è vincitore della XXVIII edizione del Premio Nazionale di teatro “Fondi La Pastora”.
Nel maggio 2004, ancora con il testo I Lieder di Schumann vince il premio quale miglior autore al Premio Nazionale “Giorgio Totola” di Verona. La stessa commedia, nel frattempo, è stata rappresentata a Roma presso il Teatro Tirso e al Festival del Teatro italiano dalla Compagnia “Marte 2010”, a Roma presso il Teatro Testaccio, a Salerno e a Verona dalla Compagnia “Delitto d’autore” ed è stata tradotta in lingua turca per il Teatro Stabile di Istanbul e in lingua francese per l’Università di Nizza.
Nel marzo 2005 viene presentato alla Fiera del libro di Torino il suo romanzo Lo scrigno (Torino, 2005).
Nel febbraio 2006 debutta Amira e gli altri, un testo teatrale scritto a quattro mani con l’inviato di guerra della RAI Franco Di Mare. Sempre nel 2006, realizza il documentario Karibu (sui rifugiati politici africani in Italia).
Nel 2007 debutta presso il Teatro “D’Annunzio” di Latina il suo testo teatrale Se ci fosse luce (i misteri del caso Moro). Il testo viene segnalato dalla giuria presieduta da Marco De Marinis alla XV edizione del Premio nazionale per la drammaturgia “Ugo Betti” nel maggio 2008. Ancora nel 2007 realizza il cortometraggio Un altro uomo.
Nel maggio 2008 alla fiera del libro di Torino viene presentato il suo romanzo Il colpevole è Maigret (Torino, 2008). Sempre nel 2008 realizza il documentario L’ultimo pastore.
Nel mese di ottobre 2009 viene presentato il suo film documentario Se ci fosse luce (I misteri del caso Moro).
Nel mese di marzo 2011, il suo testo teatrale Etty Hillesum ha vinto il Premio nazionale di drammaturgia “Calcante” organizzato dalla Società Italiana Autori drammatici ed è stato pubblicato sulla rivista “Ridotto”.
Il 16 gennaio 2012 è uno dei fondatori del Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea.
Nel mese di ottobre 2013, il suo testo Se ci fosse luce (i misteri del caso Moro) (nel frattempo oggetto di studio di una tesi di laurea presso l’Università di Siena e inserito in una pubblicazione statunitense sulla presenza del caso Moro nel cinema e nel teatro italiano) vince il Festival Nazionale d’Arte Drammatica di Pesaro.
Nel mese di marzo 2014, viene pubblicato il suo romanzo C’è del muschio in Terza A (Torino, 2014).
Sempre nel 2014, vince la 58ª edizione del Premio nazionale di drammaturgia “Vallecorsi” di Pistoia con il dramma Da quali stelle?, sugli ultimi anni di vita di Friedrich Nietzsche.
Nel mese di novembre 2014, con il corto La porta, vince il concorso nazionale “Fammi vedere”, promosso dal Consiglio italiano per i rifugiati, per la realizzazione di uno spot per sensibilizzare al tema dei rifugiati politici in Italia. Il corto viene trasmesso su Raiuno, per la prima volta, il 26 novembre e, nel mese di febbraio 2015, passa sulle reti RAI come spot “Rai per il sociale”.
Nel 2016 cura la revisione dei sottotitoli del film Les beaux jours d’Aranjuez di Wim Wenders per la 73ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Nel mese di novembre 2016 pubblica una monografia dal titolo Don Lorenzo Milani. Prete, maestro, cittadino, Pazzini.
Nel 2017 pubblica Commedie e drammi una raccolta di 15 fra le sue opere teatrali.
Nello stesso anno, pubblica il romanzo Mezzi fucili.
Ancora nel 2017, con il testo teatrale Stupidi anni! (Vita e morte di Cesare Pavese) vince il Premio “Francesco de Lemene”, sezione per il Teatro del Premio letterario internazionale “Lago Gerundo”.
I Lieder di Schumann
Scritta nel 1997, la commedia I Lieder di Schumann ha debuttato, nel marzo del 1999, al Teatro Tordinona di Roma all’interno della Rassegna “Drammaturgia emergente” dove il suo autore, Giancarlo Loffarelli, vince il premio come “Miglior autore” (giuria presieduta da Aldo Nicolaj).
Nel mese di agosto dello stesso anno, per la stessa commedia, Loffarelli riceve il premio “Protagonisti del teatro” del “Festival del teatro italiano” (direzione artistica di Franco Portone e Renato Giordano).
Nel maggio del 2001, la commedia riceve una Menzione speciale a “Napoli drammaturgia in Festival” (giuria presieduta da Manlio Santanelli).
Nel maggio 2004, ancora con I Lieder di Schumann, Giancarlo Loffarelli vince il premio quale “Miglior autore” al Premio Nazionale “Giorgio Totola” di Verona.
Dopo il debutto del 1999 ad opera della Compagnia teatrale “Le colonne”, la commedia è messa in scena da diverse altre Compagnie che la presentano in numerosi teatri italiani: viene rappresentata a Roma presso il Teatro Tirso e al Festival del Teatro italiano dalla Compagnia “Marte 2010”; la Compagnia “Delitto d’autore” la porta in scena a Roma presso il Teatro Testaccio, e, nel corso di fortunate tournée in Campania e in Veneto; con la regia di Francesco Piotti è in scena a Roma presso il Teatro Colosseo e poi in tournée in Toscana.
Nel 2003 è stata tradotta in lingua turca per il Teatro Stabile di Istanbul e nel 2005 in lingua francese per l’Università di Nizza.
Dopo aver aperto alla commedia la strada per il considerevole successo di critica e di pubblico, la Compagnia teatrale “Le colonne” torna a metterla in scena, con la regia dell’Autore, a partire dal 2 marzo 2006 a Priverno all’interno di un cartellone che porta il marchio dell’ATCL.
Dal 5 all’8 ottobre 2006, la commedia è in scena a Ischia selezionata come finalista del Concorso nazionale di teatro Forio Fast Fest.
Attraverso un tono leggero, tutto giostrato su un umorismo di parola e non di situazione, ne I Lieder di Schumann vengono raccontate dagli stessi protagonisti le vicende di due coppie le cui vicissitudini sentimentali sono occasione per toccare le più svariate tematiche della vita a due.
Carla ed Edoardo sono sposati da diverso tempo, medico lei, pianista lui. Il loro matrimonio sembra ormai incanalato sulla strada dell'abitudine e dello scontato. Carla stringe amicizia con Ottilia, una sua paziente che fa la cantante lirica e la invita a cena insieme al "professore", il suo compagno con il quale hanno in programma di sposarsi. Ma, fatalmente, Ottilia ed Edoardo vengono attratti da una reciproca passione nata, probabilmente, dalla comune passione per la musica. Carla cerca di "vendicarsi" cercando di innamorarsi del professore che s'è messo a farle la corte.
Fin qui, la scelta formale, attorno a cui si sviluppa la storia, è quella degli stereotipi sia linguistici che di situazione. Ma quando sembra che le due coppie stiano per ricomporsi nella loro struttura originaria, un evento imprevisto imprime alla vicenda e alla sua messinscena teatrale una svolta che costituisce l’elemento caratterizzante la commedia. Vero e proprio protagonista della vicenda diventa infatti il tempo, poiché ai personaggi è data, nella finzione scenica, quella capacità non concessa all'uomo di sottrarsi ai vincoli del tempo. Questa possibilità, di entrare ed uscire dalla dimensione temporale, conferisce ai personaggi e a tutto il testo, un distacco ironico che costituisce la vera cifra stilistica della commedia.
Da quali stelle?
Il dramma Da quali stelle?, strutturato nel rispetto delle cosiddette “unità aristoteliche”, si svolge, nell’arco di circa due ore, il 15 ottobre 1899, giorno del cinquantacinquesimo compleanno del filosofo Friedrich Nietzsche, nello studio ubicato in casa della sorella di questi, Elisabeth, a Weimar, dove da alcuni egli è rinchiuso, accudito dalla sorella, per via della follia in cui è precipitato da tempo.
E’ il suo ultimo compleanno, considerato il fatto che Nietzsche morirà qualche mese dopo.
E’ un compleanno speciale, poiché, approfittando di una momentanea assenza di Elisabeth, mentre il filosofo è accudito da una giovane domestica, giunge a trovarlo, inaspettatamente, il grande amore di un tempo, la bellissima Lou von Salomè, intenzionata a sottrarre Nietzsche dall’immagine artefatta che Elisabeth ne sta costruendo con la pubblicazione censurata dei suoi scritti inediti, di cui ella è, ormai, unica depositaria.
Il ritorno improvviso di Elisabeth scatena un feroce duello verbale fra le due donne, al cospetto di un Nietzsche che riaffiora e continuamente risprofonda nella sua follia.
Confessioni
Un uomo è morto in un tragico incidente d'auto. Quattro persone, a lui legate per diversi motivi, si autoaccusano, in altrettante strane confessioni (a un sacerdore, a un barman, a uno psicanalista, a un programma televisivo), di essere responsabili di quella morte. Potrebbe essere una tragedia. È, invece, una divertentissima commedia (che è l'unico modo in cui può ancora riproporsi la tragedia nella contemporaneità).
Il ritmo serrato delle confessioni sui generis coinvolge lo spettatore all’interno di quello che potrebbe sembrare un giallo e invece si rivela essere la messa in pubblico di sensi di colpa. Attraverso di essi, viene messa in scena una società che presenta molti caratteri da “Basso Impero” con ostentati esibizionismi, perbenismi tartufeschi e reiterate furfanterie da cui nemmeno la vittima riesce a sottrarsi.
Un caleidoscopio di linguaggi, dallo slang giovanile allo pseudoletterario a quello puntualmente infarcito di anglismi fuori luogo, tutti al servizio di una impeccabile macchina umoristica. Potrebbe essere una tragedia. È una commedia (che è l'unico modo in cui può ancora riproporsi la tragedia nella contemporaneità).
Stupidi anni! Vita e morte di Cesare Pavese
Il testo teatrale Stupidi anni! (Vita e morte di Cesare Pavese) di Giancarlo Loffarelli tenta una ricostruzione della vita dello scrittore proprio a partire da questo tragico gesto, cercando d’intravedere le possibili ragioni che contribuirono alla maturazione di quella decisione.
Se ci fosse luce. I misteri del caso Moro
Tra il primo gennaio 1969 e il 31 dicembre 1987, ci furono in Italia 14.591 atti di violenza con motivazione politica, che fecero 491 morti e 1.181 feriti. Numeri che dicono con chiarezza che in quei diciannove anni si combatté in Italia una vera e propria guerra.
All’interno di questa guerra, si colloca l’evento più tragico della storia della Repubblica italiana: il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro con la strage della sua scorta. Un evento che non ha eguali nella storia contemporanea: capi di Stato e uomini politici di primo piano sono stati assassinati, gli Stati Uniti hanno avuto l’assassinio di John F. Kennedy, ma non s’è mai verificato che uno degli uomini politici più importanti di uno Stato venga rapito, tenuto prigioniero per cinquantacinque giorni nella sua capitale e alla fine venga ucciso. A quarant’anni di distanza da quel tragico evento, la coscienza collettiva sembra essersi dimenticata di tutto questo: cosa sanno, oggi, le nuove generazioni di quei fatti? Chi è disposto ancora a parlarne? Sembra che su quell’evento si sia deciso di far calare il velo dell’oblio.
Eppure ancora molti sono i misteri che lo circondano.
Come facevano le Brigate rosse a sapere il luogo preciso in cui Moro sarebbe passato la mattina del 16 marzo 1978? Perché, anziché fuggire rapidamente, i terroristi si attardarono a finire tutti gli uomini della scorta con un colpo di grazia? Cosa faceva un ufficiale dei servizi segreti quella mattina sul luogo dell’agguato? Perché le Brigate rosse collocano il loro covo in uno stabile dove ben 24 appartamenti sono riconducibili ai servizi segreti?...
A quarant’anni dalla strage di via Fani e dall’assassinio dell’on. Aldo Moro, questo spettacolo teatrale intende contribuire a far conoscere alle nuove generazioni che non hanno vissuto quegli anni e a far ricordare a quelli che “c’erano”, ciò che accadde nel cuore di Roma il 16 marzo 1978, quello che seguì nel corso di 55 giorni fino al rinvenimento del cadavere di Moro la mattina del 9 maggio.
Lo spettacolo non dà risposte che, finora, nemmeno la Magistratura ha saputo dare, ma solleva tutti i dubbi e le domande che attendono ancora una risposta, nella convinzione che ogni passo in più verso la verità è un contributo al rafforzamento della democrazia.
Lo fa trattando una materia che ha tutta l’inesorabilità della tragedia greca, con uno stile rapido, incalzante e coinvolgente, che alterna ritmi frenetici a momenti di un lirismo struggente e che trascina il pubblico in un vortice di fatti e persone da cui si esce con una maggiore consapevolezza di ciò che avvenne e di ciò che furono, in Italia, i cosiddetti “anni di piombo”.
Questo spettacolo ha ricevuto la Menzione speciale della Giuria presieduta da Marco De Marinis alla XV edizione del Premio nazionale per la drammaturgia “Ugo Betti” nel maggio 2008; il Premio speciale della giuria e il premio per il maggior gradimento del pubblico al Festival Nazionale di Teatro di Allerona (TN) nel mese di agosto 2012; il premio come miglior testo al Festival nazionale di Arte drammatica di Pesaro nel mese di ottobre 2013; il premio come migliore spettacolo al Festival Nazionale “Teatrika” a Castelnuovo Magra (Sp) nel mese di luglio 2014.